LEGENDA-01-01

 

cultura-01e-01Alla scoperta del villaggio manicomiale senese: un esempio unico in Italia per la cura dei malati



Orario: dalle 16

Prenotazione evento

Introduzione:

Alla scoperta dell’ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò di Siena.

 

Per saperne di più

La visita ai luoghi che per quasi due secoli hanno ospitato il manicomio di Siena permette di affrontare la questione della malattia mentale e dell’evoluzione dell’assistenza e della cura dei malati psichiatrici.
Al contempo, trattandosi di un luogo dove non venivano ricoverati solo malati di mente ma anche persone che la società voleva allontanare per i motivi più diversi – il manicomio nasce nel 1818 come “ospedale dei tignosi, delle gravide occulte e dei dementi” – la trattazione può essere ampliata, andando a toccare i temi della diversità e dell’emarginazione.
Visitare il San Niccolò di Siena permette inoltre di conoscere un modello architettonico specifico, quello del “villaggio manicomiale diffuso” che rispondeva alle esigenze dell’ergoterapia introdotta da Carlo Livi a metà dell’Ottocento e della separazione dei malati a seconda delle patologie e della gravità di queste. Si potranno vedere il grande edificio centrale, opera dell’architetto Azzurri, le officine artigianali, dove i ricoverati più tranquilli lavoravano a fianco di operatori che ne avevano la responsabilità, la colonia agricola, la farmacia, i diversi reparti, dal Ferrus costruito per accogliere i bambini frenastenici al Kraepelin per gli epilettici, fino al quartiere Conolly destinato agli agitati. È un esempio unico in Italia di panopticon, una particolare struttura architettonica creata per la sorveglianza dei detenuti o dei malati da un unico punto di osservazione. Costituito da cellette singole, alcune rivestite di materassi per evitare che il malato potesse farsi del male, era una vera e propria struttura detentiva che rappresentava per il tempo l’unica soluzione per i pazienti più gravi.