28 settembre 2018

Sede: piazza San Francesco
Orario: dalle 16.00 alle 20.00

 

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L’aumento dell’età media della popolazione comporta l’aumento del numero delle donne in menopausa e il concomitante ricorso all’assunzione di nutrienti specifici per attenuare la sintomatologia legata a questo periodo.

Dati scientifici evidenziano che il ricorso all’integrazione alimentare può rappresentare un modo per introdurre nutrienti biofunzionali mancanti nella dieta. Gli ormoni svolgono una funzione orchestrale nell’organismo, la loro armonica interconnessione è fondamentale per il mantenimento della salute, il calo dei tassi determina modifiche fisiologiche riconducibili all’invecchiamento; ne deriva che, al fine di stimolare i meccanismi naturarli di reazione, è determinante assicurare un livello ormonale ematico ottimale, anche avvalendosi di una supplementazione nutraceutica.

Le condizioni fisiologiche legate all’invecchiamento negli uomini e nelle donne, caratterizzato dalla perdita progressiva della produzione di estrogeni e di testosterone, influenzano i vari distretti del corpo, comportando disagi, compromettendo l’attività lavorativa, le relazioni sociali e la vita di coppia, favorendo l’insorgenza di malattie croniche come il dolore e il diabete che, sono debilitanti per il singolo individuo e un carico per il S.S.N.

Nella donna il calo degli estrogeni, ed i conseguenti squilibri ormonali, durano per anni fino a culminare nella menopausa con cui cessa la produzione e quindi la capacità riproduttiva.

Le complicazioni collegate comprendono ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia, osteoporosi e tendenza al sovrappeso, con ripercussioni su ossa, cuore e vasi sanguigni.

L’alimentazione e lo stile di vita in generale hanno un ruolo determinante in questo periodo critico della vita, insieme rappresentano l’intervento terapeutico di elezione.

La terapia ormonale sostitutiva (TOS) contrasta tali effetti, ma evidenze scientifiche hanno sottolineato il rischio di trattamenti ormonali prolungati nel tempo.

In contrapposizione alla TOS, i fitoestrogeni, come gli isoflavoni della soia, hanno il vantaggio riequilibrare il meccanismo estrogenico senza incorrere negli effetti collaterali legati al trattamento ormonale, mediante un’attività di competizione per i siti degli estrogeni, agendo su condizioni di eccesso (sindrome premestruale) o di carenza (menopausa).

I fitoestrogeni sono presenti, in quantità differenti, in moltissimi alimenti vegetali quindi, per usufruire dei loro benefici, basta introdurre nella dieta quotidiana un quantitativo sufficiente a garantire un effetto fisiologico.

I legumi sono gli alimenti più sono ricchi di fitoestrogeni e tra questi la soia, una porzione media dei tradizionali alimenti a base di soia apporta dai 20 ai 30 mg di isoflavoni.

Il consumo giornaliero di alimenti ricchi di isoflavoni per assicurarne un introito regolare potrebbe essere poco pratico attingendo ad alimenti tradizionali. Abbiamo aggirato l’ostacolo introducendo la dose giornaliera sufficiente a garantire un effetto fisiologico in un alimento di uso quotidiano: il pane.
Saranno illustate alla popolazione le piante che contengono fitoestrogeni ed il modo di utilizzarli per produrre pane, oltre naturalmente all’illustrazione delle varie proprietà cliniche degli stessi.

 

Organizzatore

Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze – Università  di Siena

Dipartimento di Scienze della vita  – Università di Siena